Il Chen di cui oggi parlano i quotidiani di tutto il mondo non padroneggia il Kung Fu, ma è comunque in grado di mettere in difficoltà Cina e Stati Uniti.
Noto dissidente cinese, avvocato autodidatta e non vedente dalla nascita, Chen Guangcheng è diventato famoso dopo aver condotto una campagna contro l’aborto e la sterilizzazione forzata.
Domenica 22 aprile l’attivista è fuggito dalla sua casa-prigione nel villaggio di Linyi nello Shandong dove era sorvegliato giorno e notte da agenti governativi. Una volta scavalcato il muro della sua abitazione, Chen si è recato nel posto “più sicuro della Cina” per un dissidente: l’ambasciata americana.
foto tratta da: http://topics.nytimes.com/top/reference/timestopics/people/c/chen_guangcheng/index.html
Oggi l’agenzia governativa Xinhua, che nei giorni passati non si è mai occupata dell’argomento, comunica che l’avvocato ha abbandonato la sede diplomatica statunitense e si trova nell’ospedale di Chaoyang per ricevere delle cure mediche.
Secondo il New York Times, i funzionari americani avrebbero aiutato e accolto Chen per motivi umanitari; l’avvocato inoltre non si sarebbe rifugiato nell’ambasciata per chiedere asilo politico, ma per spingere il governo cinese a lasciarlo vivere liberamente in Cina con la propria famiglia.
Il dialogo diplomatico è cominciato il 26 aprile. In base all’accordo tra americani e cinesi, Chen sarà trasferito con la sua famiglia a Tianjin, nel nord est della Cina. Inoltre, l’avvocato avrà la possibilità di proseguire gli studi accademici.
L’inaspettata fuga del dissidente Chen è avvenuta, forse non per caso, poco prima del viaggio del Segretario di Stato americano Hillary Clinton che si trova a Pechino per lo “Strategic and Economic Dialogue” sino-americano.
I cinesi hanno dichiarato di non aver gradito la sleale ingerenza americana negli affari interni dell’Impero di Mezzo; dal canto loro gli USA non sembrano sentirsi eccessivamente in colpa per aver aiutato Chen.
Malgrado l'evidente tensione sul piano diplomatico, è nell’interesse di entrambe le parti evitare che l'accaduto condizioni i negoziati in corso.
Che si pronunci Business o 业务(Yè Wù) non fa differenza: entrambi i paesi pensano prima agli affari.
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RispondiEliminaNon male caro Giorgio ma... occhio a non dimenticare che il tema dei diritti umani è una leva che da anni gli USA utilizzano (soft power?!) per tenere sotto pressione la Cina (es. tematiche tipo laoGai; diritti Tibet; etc). Gruppi no-LaoGai ad esempio sono attivi in mezzo mondo, anche in Italia, ed hanno convergenze "sospette": dalla destra di governo fino alla sinistra radicale... Difficile credere che siano solo simpatici e raccolgano consensi per sincera convinzione.
RispondiEliminaInsomma: nelle relazioni internazionali - come sempre - non esistono benefattori (se non di se stessi) ;)
A presto e buon lavoro! ;)