martedì 24 maggio 2016

Il discorso della presidente di Taiwan che non è piaciuto a Pechino

Il mio commento per Limes su Tsai Ing-wen e ciò che (non) ha detto nel suo primo discorso da presidente. 
Fonte: http://www.timesunion.com/news/world/article/Q-A-on-new-Taiwan-President-Tsai-Ing-wen-s-7817210.php 

Durante il suo primo discorso da presidente, Tsai si è concentrata soprattutto sulle riforme che intende attuare per risolvere i problemi di natura domestica.

In particolare la leader del Partito progressista democratico (Ppd, considerato pro-indipendenza dalla Repubblica popolare cinese) ha parlato della necessità di risollevare l’economia di Taiwan, il cui tasso di crescita nel 2015 è stato dello 0.8%.

Quest’ultimo elemento (più che l’eccessivo riavvicinamento alla Repubblica popolare sotto la guida del predecessore Ma Ying-jeou) sarebbe stato alla radice della sua vittoria elettorale.
Tsai ha detto di voler avviare un “nuovo modello di sviluppo economico” basato su innovazione, occupazione ed equa distribuzione, anche se i dettagli del programma scarseggiano. Di questo progetto dovrebbe far parte anche il coinvolgimento in accordi bilaterali e multilaterali di libero scambio, tra cui la Trans-pacific partnership proposta dagli Usa.

Per quanto riguarda le relazioni tra Taipei e Pechino, Tsai si è limitata a dire che si impegnerà per mantenere lo status quo, la stabilità e la pace a “cavallo dello Stretto”.
La neopresidente, come accaduto nei mesi scorsi, non ha riconosciuto esplicitamente il “Consenso del 1992”, in base al quale entrambi i governi riconoscono l’esistenza di “una sola Cina”, pur non essendo d’accordo su chi debba governarla tra Taipei e Pechino.
Tsai ha detto di rispettare il “fatto storico” del 1992 e i progressi successivi, ma ha aggiunto che le due parti "devono mettere da parte la storia e impegnarsi in un dialogo positivo, per il bene di entrambi i popoli”.

Pechino ha criticato ufficialmente tali affermazioni e sottolineato che la leader taiwanese non ha fatto alcuna proposta concreta per assicurare la crescita delle relazioni “a cavallo dello Stretto”. Infine ha ribadito risolutamente la sua opposizione all’indipendenza di Taiwan. Ma Xiaoguang, portavoce dell’ufficio del consiglio di Stato per le questioni riguardanti Taiwan, ha aggiunto che solo aderendo al Consenso del 1992 Taipei potrà continuare a comunicare regolarmente con Pechino.

Considerato che la Repubblica popolare è il 1° partner commerciale di Taiwan (l’interscambio è pari quasi a 200 miliardi di dollari) e che tra le priorità di Tsai vi è rivitalizzare l’economia dell’isola di Formosa, viene da chiedersi se dare spazio a queste tensioni sarebbe per la neopresidente una mossa saggia.

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