Fonte: http://www.timesunion.com/news/world/article/Q-A-on-new-Taiwan-President-Tsai-Ing-wen-s-7817210.php |
Durante
il suo
primo discorso da presidente, Tsai si è concentrata soprattutto sulle
riforme che intende attuare per risolvere i problemi di natura domestica.
In
particolare la leader del Partito progressista democratico (Ppd,
considerato pro-indipendenza dalla Repubblica popolare cinese) ha parlato
della necessità di risollevare l’economia di Taiwan, il cui tasso di
crescita nel 2015 è
stato dello 0.8%.
Quest’ultimo
elemento (più che l’eccessivo riavvicinamento alla Repubblica popolare sotto la
guida del predecessore Ma Ying-jeou) sarebbe
stato alla radice della sua vittoria elettorale.
Tsai
ha detto di voler avviare un “nuovo modello di sviluppo economico” basato su
innovazione, occupazione ed equa distribuzione, anche se i dettagli del
programma scarseggiano. Di questo progetto dovrebbe far parte anche il coinvolgimento
in accordi bilaterali e multilaterali di libero scambio, tra cui la
Trans-pacific partnership proposta dagli Usa.
Per
quanto riguarda le relazioni tra Taipei e Pechino, Tsai si è limitata a dire
che si impegnerà per mantenere lo status quo, la stabilità e la pace a “cavallo
dello Stretto”.
La
neopresidente, come accaduto nei mesi scorsi, non ha riconosciuto
esplicitamente il “Consenso del 1992”, in base al quale entrambi i governi
riconoscono l’esistenza di “una sola Cina”, pur non essendo d’accordo su chi
debba governarla tra Taipei e Pechino.
Tsai
ha detto di rispettare il “fatto storico” del 1992 e i progressi successivi, ma
ha aggiunto che le due parti "devono mettere da parte la storia e
impegnarsi in un dialogo positivo, per il bene di entrambi i popoli”.
Pechino ha
criticato ufficialmente tali affermazioni e sottolineato che la leader
taiwanese non ha fatto alcuna proposta concreta per assicurare la crescita
delle relazioni “a cavallo dello Stretto”. Infine ha ribadito risolutamente la
sua opposizione all’indipendenza di Taiwan. Ma Xiaoguang, portavoce
dell’ufficio del consiglio di Stato per le questioni riguardanti Taiwan, ha
aggiunto che solo aderendo al Consenso del 1992 Taipei potrà
continuare a comunicare regolarmente con Pechino.
Considerato
che la Repubblica popolare è il 1° partner commerciale di Taiwan (l’interscambio è
pari quasi a 200 miliardi di dollari) e che tra le priorità di Tsai vi è
rivitalizzare l’economia dell’isola di Formosa, viene da chiedersi se dare
spazio a queste tensioni sarebbe per la neopresidente una mossa saggia.
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