martedì 3 maggio 2016

Sospeso il Donald Trump della Cina


Il magnate cinese Ren Zhiqiang è stato sospeso dal Partito comunista dopo aver rilasciato alcuni commenti sul presidente Xi Jinping. Il mio commento per la rassegna geopolitica odierna di Limes. 

Ren Zhiqiang. Fonte: Wall Street Journal


Il “Donald Trump” cinese Ren Zhiqiang è stato sospeso per un anno dal Partito comunista cinese (Pcc) per aver criticato a febbraio su Weibo il presidente Xi Jinping, dopo che questi aveva chiesto lealtà ai media.

Prima che il suo account sul social network fosse chiuso, Ren aveva ben 37 milioni di follower e grazie ai suoi commenti sempre taglienti si era guadagnato il soprannome di “cannone”.

Per lui, Xi ha scelto una sanzione più morbida del solito, considerato che tramite la campagna anticorruzione molti dei suoi antagonisti politici sono stati espulsi dal Pcc ed arrestati.

Il caso di Ren potrebbe rientrare nel conflitto intrapartitico tra Xi e Wang Qishan da una parte e Liu Yunshan dall’altra.

Wang è un “principe rosso” (discendente di funzionari comunisti di alto rango prima della Rivoluzione culturale, come il presidente), capo della Commissione centrale per l’ispezione disciplinare (Ccid, che guida la lotta alla corruzione) e amico di Ren. Liu è considerato un tuanpai (fazione che si è fatta strada tramite la Lega della gioventù comunista cinese e in contrasto con i “principi rossi”) ed è capo del dipartimento per la Propaganda. Xi vorrebbe limitare il suo potere. Le dure critiche rivolte al magnate cinese da parte dei media potrebbero essere state stimolate da Liu per colpire indirettamente Wang e il presidente.

È probabile che Xi abbia optato per la “sospensione” con l’obiettivo di punire Ren senza danneggiare l’immagine del capo del Ccid e la sua. 

Potrebbe trattarsi quindi di un modo per non alimentare la tensione – già alta – all’interno del Pcc; con un occhio all’umore degli intellettuali, verso cui nei giorni scorsi aveva annunciato piena fiducia.




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